Una delle cose più difficili su cui sto lavorando con la psicologa, è il fatto che – nonostante il mio corpo stia cambiando vistosamente – il mio cervello non riesce a processare quel cambiamento. Mi aiuta scrivere post come l’ultimo che ho pubblicato, perché concretizza un’evoluzione di cui faccio fatica a prendere nota.

Ne ho parlato con un’altra persona che ha affrontato una massiva perdita di peso e abbiamo scoperto di avere lo stesso stato confusionale: entrambe non avevamo processato “il prima” perché eravamo comunque a nostro agio con la nostra fisicità, ed entrambe – una volta perso del peso – siamo entrate in crisi nera perché ad esempio non ci andavano più bene i nostri capi preferiti, che ormai ci cadevano addosso, enormi.

Io sono due mesi che – quando devo decidere cosa indossare – vado nel panico. Provo tutto quello che ho a disposizione, alimentando un fuoco con della metaforica benzina, che scalda scalda scalda e inevitabilmente esplode in un pianto frustrato, perché non mi sta bene nulla e non so cosa mettere per valorizzarmi.

Qua entra in gioco un “coping mechanism“, una strategia adattiva, un personale metodo che mi aiuta a fronteggiare la frustrazione e trovare qualcosa che diminuisca lo stress dovuto alla situazione. Nel mio caso, visto che non ne uscivo, ho deciso di prenotare una consulenza d’immagine con una persona che metterà ordine nel mio marasma di idee e mi dirà una volta per tutte come scegliere i vestiti che dovrò necessariamente acquistare. Mi libererò di tutti i capi che non mi stanno più e che non vale la pena tenere, per fattura o per mancanza di valore affettivo, e ne uscirò più confident di prima.

Ci arriverò.
Al prossimo post,
M