Sono iscritta a Twitter da parecchio, forse anche un paio d’anni. Ammetto di non essere stata subito catturata dall’uccellino azzurro (che detta così, poi, suona davvero male): io non ho il dono della sintesi. Mai avuto. Anzi, sono une delle persone più prolisse sulla terra, una di quelle che per raccontarti cos’ha fatto durante il giorno parte dalla fase REM della notte precedente, per capirsi. Una di quelle che induce il proprio ascoltatore a fissarti con occhi vacui e persi nel vuoto, annuendo ogni tanto per farti credere di essere attento, ma che in realtà nella testa ha qualcosa di simile a questo:

Bene. Chiarito il tipo, immaginatevi com’è stato il mio atterraggio sulla piattaforma di Twitter (ma che battuta. Ma come sono simpatica. Ahaha. Ah): la sintesi mi mette ansia. Del tipo che scrivevo un tweet, appariva il -15 in rosso. Lo riscrivevo e veniva -6. Alla fine, pur togliendo vocali e spazi (e ottenendo per questo un tweet in bimbominkiese), restava comunque il conteggio caratteri a -qualcosa. Ecco. La mia permanenza su Twitter è durata poco. Diciamo che mi sono limitata ai feed di altre applicazioni che aggiornavano l’account in automatico.

Poi cambio lavoro, inizio ad usare Twitter con un profilo – diciamo – aziendale, per cui tengo aperto anche il mio. La fine. Ho scoperto i pregi di questo social:

  • Non sei nient’altro che un puntino nella massa, per cui se ti prende un raptus da aggiornamento-social, puoi anche twittare venti considerazioni di fila senza il rischio di passare per un malato psichiatrico dai tuoi amici di feisbuc. Poi, come sia per la gente in genere, non lo so, ma per me è davvero un rischio concreto.
  • Si possono seguire persone che prima erano considerate inarrivabili. Fin qui ok, niente di che, ma c’è anche la possibilità – decisamente più importante – che tali personeinarrivabili ti giudichino interessante e interagiscano con te. Recentemente sono stata ritweettata dall’editor-in-chief di Luxury24 e ammetto di aver avuto un considerevole picco di autostima. Durato poco, ma c’è stato.
  • Un tweet vale oro per il proprio sito: sono visite, che fanno sempre bene.
  • Infine, croce e delizia di questo social è l’ironia. In 140 caratteri, meno di un sms, gli utenti sfoderano le loro migliori stoccate verbali. Trovi tweet taglienti e affilati come lamette da barba, ma il bello è che puoi farlo. Nessuno ti insulterà se tiri fuori la parte più cinica e stronza di te, anzi, con ogni probabilità diventerai una specie di leader della piattaforma e otterrai un boom di followers, mentions e #FF.
Quello che ho detto è arabo? Ok. Qui un’utile guida per i primi passi, appunto da fare nel magico mondo di Twitter.
Ah, e ovviamente, followatemi.