NB: tutto quello che scriverò qui di seguito è una mia personale opinione, dettata dalle mie personali esperienze. Non è legge assoluta. :)

Prima di leggere il mio post, ovviamente, guardate il video “incriminato”, che è il seguente.

Mi sono guardata il video in pausa pranzo, dopo aver letto su facebook e sul forum delle Beauty Blogger Reunion (link nel banner a lato). Posso dire che ha un che di assurdo? Io questa tizia non la conoscevo prima di tale polemica per cui non ho visto altro di suo, ma mi pare che sia una piantagrane non indifferente. In più, ho qualche obiezione da fare alle sue osservazioni:

«Il sito è lo stesso, l’ha fatto lo stesso programmatore»: bambina mia, sai che esistono quelle cose chiamate “template” e “layout” che si usano per strutturare i siti internet? Sono di dominio pubblico, nessuno ne ha il monopolio assoluto e di programmatori e webmaster in grado di ricrearli da capo ce ne sono milioni. Pure io che ho una minima conoscenza di html potrei, con un po’ di pazienza, ricreare il sito della Glossy. Punto primo.

* Punto secondo, «Mi sembra strano che nel giro di uno o due mesi spuntino due aziende che offrono lo stesso servizio e per mettere su un servizio del genere devi essere un’azienda grossa, non una sbucata dal nulla»: per Giove. Si chiama marketing, ok? Io ci lavoro, in questo campo, ho già espresso la mia teoria qualche post più su: non è che questi hanno messo su il business in due settimane, suvvia. Probabilmente hanno iniziato a pensarlo ed attivarsi per creare un competitor per la GB già il 1 di novembre 2011. Quindi, posto che la Glossybox esiste da parecchio, in giro per il mondo, e da ben 5 mesi in Italia, il tempo di creare un servizio analogo c’è stato eccome. Ho visto il mio capo precedente mettere su un sito di ecommerce in meno di due mesi e adesso fa un fatturato che te lo raccomando! Non ci vuole davvero nulla, a creare un sito/servizio così, specie se – e non è un mistero, perchè la stessa azienda l’ha mostrato su facebook – i proprietari del servizio MyBeautyBox sono quelli di PrezzoFelice, che non è precisamente la prima aziendina trovata per strada! Il background economico e clientelistico per mettere su un servizio come questo ce l’hanno in abbondanza, e non ci perdono un centesimo.

«Il modo in cui la pagina Facebook viene gestita è uguale a quello di GB»: figlia mia, ma allora stai fissata. Per gestire una pagina facebook di sicuro non ci sono delle regole scritte (oltre alla netiquette, si intende). Inoltre tutte le fanpage che trattano temi di makeup avranno – al 98% – contenuti simili! Inoltre, lascia che ti spieghi una cosa: nel marketing esiste una cosetta chiamata “analisi del competitor”. Cosa vuol dire? Semplice: detta in parole povere, che l’azienda Y (quella che nasce dopo) si mette di buzzo buono e si studia le mosse dell’azienda X (quella che esiste da prima) per capirle, riprodurle, ma soprattutto migliorarle per mettere in piazza una sana concorrenza che – neanche a dirlo – mira a spiazzare il competitor. Ora, tornando a Facebook, le due pagine non sono affatto simili: quella della GlossyBox ha un servizio clienti pessimo. Censura le polemiche, non risponde, se risponde risponde male, ecc.(anche se nell’ultimo periodo sono migliorate)  Quella della MyBeautyBox, al contrario, ha uno staff gentile e disponibile, risponde a tono e mai con maleducazione. E se qualcuno fa obiezioni come le tue, le gestisce con diplomazia. Io una grossa difefrenza ce la vedo, non so te.

Il punto è, tagliandola corta, che i punti in comune tra le aziende in concorrenza ci sono sempre. E’ normale, è la base del marketing, è inevitabile. Quelli di MyBeautyBox sono intelligenti: hanno aspettato il momento più opportuno per uscire sul mercato, e hanno fatto bene! Dagli errori altrui si deve imparare e trarne profitto, specie nel commercio, altrimenti non si sopravvive.

Prima di parlare e lanciare accuse inutili, bisognerebbe informarsi e avere delle basi su cui costruire la propria tesi.

Ho finito di sproloquiare, ora attendo riscontri.