A ottobre sono caduti i primi sei mesi di convivenza con Me, myself & I: ho scoperto che con me stessa non vivo male, ecco. Io e i miei alter ego andiamo d’accordo, anche se ci dividiamo spesso in discrete discussioni su cosa va fatto e cosa si ha voglia di fare: sono due cose ben diverse, ho scoperto.

In questi mesi mi sono scoperta una discreta donna di casa: prima non facevo nulla e – francamente – non ero neanche sicura di esserne in grado. Ma poi, sapete che c’è?, si scopre che l’istinto di sopravvivenza è un alleato niente male. Odiavo fare le pulizie, ma poi mi sono accorta che la polvere mi dà fastidio più di molte altre cose, quindi anche se la stanchezza è tanta, la forza di pulire mi spunta da sola. Sembra scontato, ma non lo è, credetemi.

Stirare le mie cose come voglio io e senza mamma che mi insulta perché non sono perfette, è un’altra delle grosse soddisfazioni di questa esperienza. Il sabato mattina (o la domenica sera) accendo la tv e stiro, con Grey’s Anatomy di sottofondo (siamo alla tredicesima stagione e ancora non sono stufa).

La parte più bella per me resterà sempre cucinare: mettermi ai fornelli in santa pace, aprendo il frigo e inventando piatti anche solo con ingredienti di recupero, è bellissimo. Purtroppo non è tutto rose e fiori: al contrario delle pulizie, questa ho scoperto essere un’attività su cui spesso la pigrizia vince a mani basse. Se sono stanca e ho sonno, spesso rinuncio. Diciamo che prima avere papà e mamma che mi aiutavano era un grandissimo vantaggio.

Questo mi porta anche a valutare un aspetto che ho già toccato in precedenza: vivere da soli è bellissimo, ma non è semplice, sapete? Ci sono mille cose a cui pensare: le bollette, la spesa, le pulizie, le lavatrici, il ferro da stiro, l’immondizia da separare e portare fuori, i piatti da lavare, gli ospiti inattesi, la macchina, il pieno da fare anche quando vorresti tenerti quei 50€ per altre cose, i sacrifici, la solitudine. Alla sera in fin dei conti sono da sola. Se ho una giornata pesante, spesso me la devo smaltire per conto mio (che non è poi un male, in fin dei conti). Insomma, se state pensando di andare a vivere da soli valutatelo: ho un amico, mio coetaneo, con cui abbiamo parlato spesso di questo. “Ma perché non vai a stare da solo? Hai 30 anni e un lavoro stabile”: la risposta è sempre stata quella, cioè che l’idea della solitudine non gli piace. Priorità. :)

Io fortunatamente sono sopravvissuta a tutto ciò e mi piace pure.

La cosa più bella di un’esperienza come questa è il crearsi una propria dimensione, un proprio bozzolo, un proprio rifugio. Imparare a ritagliarsi degli spazi per sè, momenti in cui non si fa niente di niente.

La mia postazione trucco è sicuramente uno degli angoli di casa che preferisco: era un vecchio tavolo da computer che mi ha regalato mio zio. L’ho riadattato e trasformato, nel possibile, in una postazione dedicata alla bellezza e al self care. Se vi interessa qualche dettaglio in più, posso pensare anche a un post solo su quella, che dite? Così vi mostro un po’ di cose.

postazione trucco

Poi, un paio di settimane fa è arrivato Muffin.

Il mio nuovo bimbo pelosino. Benvenuto, Muffin!

Una foto pubblicata da Martina Aldegheri (@marth_y) in data:

Ma questa è un’altra storia e temo di essere già stata anche troppo prolissa. Magari per stavolta mi fermo qui, continuerò in un altro articolo!

Vi ricordo anche gli altri post in cui ho parlato di Casa Cookies:

Al prossimo post!

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