Buongiorno. Sono viva, sì. So che ultimamente non sto pubblicando molti post, nè sul blog nè sulla pagina facebook. Penso sia doveroso darvi una spiegazione, a riguardo. Posto che il tempo per dedicarmi a tutto ciò è diminuito, la ragione principale è che mi sto facendo delle domande sul mondo delle blogger e relativi followers. Non è quello in cui ho iniziato quasi 3 anni fa. Ho visto cambiamenti radicali in chi lo frequenta da attore ma anche da spettatore. In che senso?

Vedo…

…blog aperti a caso: persone che aprono spazi in cui si parla del sesso degli angeli. Cucina, makeup, articoli per la casa, abbigliamento, rosari, sex toys. Non importa quale sia l’argomento, l’importante è avere un link da mandare alle aziende chiedendo (anzi, spesso pretendendo) prodotti da testare.

…review fatte male: foto sfocate e giallastre, due righe che sembrano scritte dal cane su packaging e prezzo (grazie, gli occhi li ho e internet pure: andavo a leggermele sul sito aziendale). Senza parlare dei post copiati di sana pianta da altre ragazze! Spesso non si riducono a un banale copia/incolla, ma le sfacciate modificano i contenuti tagliando i watermark e negando pure l’evidenza. Quando poi si passa a minacce di cause legali e affini allora scatta il “eh, ma io non lo sapevo”. …non sapevi cosa? Che sono capace di darti un manrovescio a cinque dita che ti giro la faccia di 180 gradi, gioia?

slap

…persone che non hanno rispetto del lavoro altrui: qui mi riferisco a mille cose. In primis a coloro che ti “regalano” una visita nel contatore di Analytics, ma solo per non leggere una parola del post che hai scritto commentandolo con “Bel post, passa da me“: e tu che hai perso ore sulla luce delle foto e sui dettagli di consistenza, profumo e finish del prodotto recensito. Cose che fanno dire “ok, grazie ma facevo anche a meno della visita”. Oppure ci sono quelle (con cui ho avuto modo di interagire anche dalla parte dell’azienda, grazie al mio lavoro) che scrivono al povero PR ogni due settimane (se non meno) sempre con lo stesso messaggio copiancollato presentando il loro fantabulosissimo blog in itagliacano correggiuto vantando incrediiiibili capacità analitiche per parlare delle altrettanto incrediiiiibili proprietà del tuo prodotto (mutande in acrilico) ai loro millemila fedelissimi followers (217 persone tra cui parenti, amici e i tre cani). Ah e non dimentichiamo che anche se sei blogger non è da escludere che riceverai pure tu questi messaggi: per la serie “Ho un’azienda e non lo sapevo”, prossimamente su Real Time (prodotto da Scajola).

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…polemiche in ogni dove: non importa cosa tu scriva, qualcuno ti verrà sempre addosso. Io mi ritengo fortunata, non ho mai avuto problemi di haters e persone che mi abbiano attaccata, ma questo perché mi sono sempre ben guardata dall’affrontare i miei followers in tono maleducato e presuntuoso. Vedo bloggers, invece, che scrivono sempre sulla difensiva, sentendosi le prime della lista, vantandosi in modo piuttosto patetico di quanto siano brave e non debbano rendere conto a nessuno di quello che scrivono/fanno/comprano/sbandierano. Le conseguenze – inutile dirlo – sono battutine, messaggi privati dietro le spalle delle “colleghe” blogger, cattiverie gratuite, gossip ingiustificati e attacchi vergognosi solo “per il gusto di”.

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…”corse ai numeri” come se fossero la cosa più importante del mondo. Parliamoci chiaro, i numeri fanno piacere, io per prima non nascondo di aver fatto una mini campagna ads una volta per vedere quanti fan riuscivo a tirar su con 5€, ma noto ogni giorno di più persone che fra un po’ andranno a fare sub4sub sui marciapiedi, elemosinando like in cambio di cappuccini.

please

…perdita di credibilità. Una cosa che arriva come conseguenza dei punti qui sopra espressi, che purtroppo si sta verificando soprattutto in YouTube, mondo molto più monetizzabile dei blog. Le ragazze che prima condividevano contenuti spontanei con le proprie followers adesso hanno registi, attrezzature che manco Spielberg, stipendi che manco le Kardashian. Tutto ciò che raccontano (o comunque una buona parte) è regolato dai soldi e dalle aziende che fanno firmare contratti rigidissimi su quanto la persona in questione possa esporsi, ma soprattutto sul come.

Insomma, vedo cose che non mi piacciono. Questo mondo sta cambiando in peggio, mi fa sentire a disagio e fuori posto.
La voglia di scrivere, ma soprattutto di farlo liberamente, un po’ passa, credetemi. Tutto ciò lo dico non per farmi (o farci) compatire, sia chiaro: nessuno mi paga per pubblicare e mai lo farà. Il mio (nostro) non è un lavoro: è un passatempo, una passione. Però quello che sto cercando di dire è che una passione, quando trova più ostacoli e aspetti negativi che positivi, a un certo punto si smorza… E fatalità chi perde l’entusiasmo sono spesso le persone più valide con buona volontà, lasciando spazio ai soggetti di cui parlavo prima. Il risultato finale è che finisce per prevalere quella fetta di contenuti fatti male e privi di alcun valore che poi portano a una spiacevole e ingiusta generalizzazione delle blogger:

“Le blogger sono tutte accattone, sono tutte da evitare, sono tutte incompetenti, sono tutte maleducate e invadenti”.

No.
Mi dispiace, ma no.

Fine della riflessione, ora tocca a voi dire la vostra.we
Grazie per aver letto fin qui (se ci siete riuscite).